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PMI RISK ADAPT

ADATtarsi al RISchio climatico nelle Piccole e Medie Imprese Italiane: formare risorse umane e gestire i rischi fisici, finanziari e da transizione verso uno sviluppo sostenibile

Linea di intervento D.3.2. Ricerche di particolare interesse per l’Ateneo

Tema: inclusione del rischio da cambiamento climatico nelle scelte di pianificazione e programmazione delle piccole e medie imprese Italiane 

Obiettivo: fornire alle piccole e medie imprese Italiane indicazioni operative replicabili per l’inclusione del rischio climatico nelle proprie scelte di pianificazione e programmazione 

Deliverables: manuali operativi per l’inclusione del rischio climatico nelle scelte di pianificazione e programmazione delle piccole e medie imprese Italiane 

Durata: 30 mesi 

Direttore scientifico: Prof. Pierluigi Malavasi

Struttura del progetto 

  • WP. 0 – Project management (Alta Scuola per l’Ambiente)
  • WP 1 – Costruzione di scenari e inclusione del rischio climatico nelle scelte di pianificazione/programmazione delle piccole e medie imprese del settore turistico-ricettivo (Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali)
  • WP 2 - L’inclusione del rischio climatico nelle scelte delle piccole e medie imprese della filiera agroalimentare del pomodoro da industria (Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali)
  • WP 3 – L’inclusione del rischio climatico nelle scelte delle piccole e medie imprese del settore dei servizi ambientali (Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali)
  • WP 4 – L’inclusione del rischio climatico nelle scelte assicurative delle piccole e medie imprese Italiane (Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative)
  • WP 5 - L’inclusione del rischio climatico nella formazione delle risorse umane delle piccole e medie imprese (Facoltà di Scienze della formazione)

Obiettivi e finalità 
L’obiettivo generale del progetto PMI RISK ADAPT è rappresentato dal fornire indicazioni operative alle piccole e medie imprese Italiane di diversi settori economici per l’inclusione del rischio climatico nelle proprie scelte di pianificazione e programmazione. 

Obiettivi specifici 
WP 0 - Project management e divulgazione 
Il WP 0 si pone il duplice obiettivo di gestione e coordinamento del progetto, da una parte, e di divulgazione, dall’altra. 
In particolare, l’attività di ‘Project management’, che si estende per tutta la durata del progetto, è volta a: garantire la corretta e puntuale attuazione del progetto; coordinare le attività dei diversi gruppi e assicurarne la cross-fertilization attraverso momenti di confronto; permettere l’ampia diffusione dei risultati non solo nel mondo scientifico e accademico, ma anche tra gli operatori economici. 
L’attività divulgativa sarà svolta in prevalenza (anche se non in maniera esclusiva) nei mesi finali del progetto, quando si tratterà di diffonderne i risultati sia nell’ambito del mondo scientifico e accademico, sia a un pubblico più vasto rappresentato in particolare da associazioni di categoria, operatori economici, imprenditori. 

WP 1 - Fornire alle piccole e medie imprese del settore turistico-ricettivo scenari critici di impatto climatico e ambientale sulle acque e l’ecosistema del Lago di Garda 
Condizioni ambientali di tipo avverso, come piogge, siccità o alterazioni dell'ecosistema sono sempre più dei fattori di rischio anche per il settore produttivo, non solo turistico. In questo WP si intendono affrontare e simulare in modo accurato degli scenari, relativi al bacino del lago di Garda, che possono influire sulle scelte strategiche di piccoli e medi imprenditori, nonché sulla programmazione delle risorse in materia di protezione civile e del territorio. 

WP 2 - Fornire alle piccole e medie imprese della filiera agroalimentare del pomodoro da industria indicazioni operative per l’inclusione del rischio climatico nelle proprie scelte di pianificazione / programmazione 
Il comparto del pomodoro da industria è uno dei più importanti tra quelli del made in Italy agro-alimentare. L’Italia, infatti, è il secondo produttore mondiale (dopo gli USA) e il primo esportatore mondiale di derivati di pomodoro. La produzione nel nostro Paese è concentrata in due distretti produttivi, di cui uno nel nord del Paese, centrato sulle province di Piacenza e Parma, ma che si estende dall’alessandrino al ferrarese, passando per Lodi, Cremona, Mantova e Rovigo a nord, il resto dell’Emilia-Romagna a sud del Po. 
La necessaria interazione che caratterizza la filiera del pomodoro da industria rende il tema del cambiamento climatico di grande interesse non solo per la parte agricola ma anche per le imprese di trasformazione: senza un adeguato approvvigionamento di materia prima non si riesce a far fronte agli impegni commerciali. D’altro canto, eventuali contraccolpi produttivi determinati da condizioni meteo avverse generano ricadute potenzialmente rilevanti anche sui prezzi, data la sostanziale impossibilità, per ragioni tecniche, di sostituire la materia prima originaria nell’area dove è presente l’impresa di trasformazione, con prodotto proveniente da altri territori. In tale contesto, diventa particolarmente importante poter sviluppare una analisi delle diverse componenti di rischio connesse con il cambiamento climatico, e analizzare le strategie di mitigazione e adattamento a disposizione per le imprese di trasformazione. 
L’obiettivo principale del progetto è quindi quello di (1) sviluppare uno schema analitico complessivo ed integrato dei possibili effetti del cambiamento climatico per le piccole e medie imprese della filiera agroalimentare del pomodoro, e di (2) predisporre uno strumento che contenga indicazioni operative per l’inclusione del rischio climatico nelle proprie scelte di pianificazione / programmazione aziendale. 

WP 3 - Fornire alle piccole e medie imprese del settore dei servizi ambientali indicazioni operative per valutare, mitigare e comunicare agli stakeholder il rischio climatico 
La prima fase del presente WP ha come obiettivo quello di accrescere la conoscenza delle imprese di medie e piccole dimensioni sui temi della sostenibilità, stimolando al contempo una diffusa consapevolezza in ordine alla materialità dei temi ESG (Environmental, Social, Governance) e in particolare di quelli connessi al cambiamento climatico. 
Come è noto, l’obbligo della disclosure non finanziaria (mediante la DNF), interessa in Italia, per effetto del D.Lgs 254/2016, solo le grandi imprese e un numero circoscritto di aree di rendicontazione. Da tempo però si discute, anche nel nostro Paese, sull’opportunità di ridurre quanto meno i limiti dimensionali connessi all’obbligo di predisporre una DNF. Nel contempo è evidente che la profondità e l’estensione di tale informativa non solo ai mercati (come avviene per le quotate) ma anche ai prestatori, agli investitori, ai fornitori, ai clienti e ai dipendenti, sono destinate ad ampliarsi, stante la riconosciuta correlazione tra le performance ESG/climatiche e le performance economiche e finanziarie di medio e lungo termine. Si pensi, da ultimo alla Comunicazione 2019/C 209/01 del 20.06.2019, che estende le informazioni richieste sul clima, o alla prevista revisione, entro il 2020, della stessa direttiva 2014/95/UE da cui sorge l’obbligo della DNF. E, per altro verso, al ricorso alle valutazioni ESG per l’accesso al mercato dei capitali, come richiesto anche dal Piano d’azione dell’Unione europea del marzo 2018, in via di implementazione. 
D’altro canto, è evidente che, specie per le piccole e medie imprese, le “barriere” all’ingresso possono risultare rilevanti, sia in termini economici, sia sul piano organizzativo e delle competenze professionali. Rimane tuttavia necessario compiere questo salto, per garantire una riduzione dei rischi associati alle tematiche ESG/climatiche, elemento nel tempo destinato ad essere sempre più considerato in termini di investibilità ed affidabilità, soprattutto per le imprese che sono inserite in una catena di fornitura o che lavorano con imprese di maggiori dimensioni.
La seconda fase del WP ha come obiettivo quello di migliorare la capacità delle imprese di gestire i rischi (mitigandoli) e le opportunità (amplificandole) che il cambiamento climatico potrà determinare sui sistemi economici. 
Nella terza fase del WP, infine, si calibreranno i materiali prodotti in base al confronto con le imprese selezionate, per poi renderli il più possibile generalizzabili. 

WP 4 - Fornire alle piccole e medie imprese opportuni strumenti strategici e di pianificazione basati sulla riduzione del rischio, con particolare riferimento alle modalità di copertura assicurativa dal rischio climatico 
Il gruppo di lavoro opererà principalmente nell’ambito della valutazione dei rischi assicurabili connessi al rischio climatico. In quest’ambito e considerando la realtà delle piccole e medie imprese, si farà principalmente riferimento ai processi di valutazione e gestione dei rischi legati al clima e delle relative opportunità. L’obiettivo è supportare l’impresa nel programmare le opportune strategie per affrontare i rischi climatici ed accrescere la propria resilienza sia in termini di business sia di risultati economici. In pratica si tratta di passare dalla più o meno consapevole “Auto-ritenzione dei rischi” (SIR - Self Insurance Retention) alla condivisione consapevole del rischio nell’ambito di una mutualità assicurativa (pooling risk) a fronte del pagamento di un premio “fair” che include implicitamente un premio per il rischio. 
Il gruppo si concentrerà principalmente sull’analisi dell’attuale contesto assicurativo in quest’ambito e sulla formulazione di proposte per la costruzione e modellizzazione di opportuni strumenti di copertura e gestione del rischio. In particolare, si farà riferimento allo sviluppo di prodotti e servizi per adattamento e mitigazione del rischio climatico. 

WP 5 – Formare le risorse umane all’inclusione del rischio climatico nelle scelte di programmazione / pianificazione delle piccole e medie imprese 
L’impresa può essere considerata un soggetto orientato al profitto economico e un contratto sociale ma anche una comunità di persone e un ambiente di educazione e di crescita. Le persone, che non sono risorse umane per fini meramente esecutivi, se supportate da una cultura d’impresa motivante, operando, apprendono e collaborano nella ridefinizione delle logiche imprenditive all’interno del mercato globale, dove la qualità e l’aver cura divengono principi imprescindibili. L’impresa deve essere orientata verso i bisogni e le richieste della sua popolazione, ma capace al tempo stesso di coinvolgere i propri professionisti nelle sfide che si appresta ad affrontare investendo sulle risorse umane, fornendo loro le competenze necessarie per svolgere adeguatamente i propri compiti, valorizzandone le attitudini. Per fare questo è necessario che i professionisti possano esprimere le proprie capacità e attese, e, attraverso il lavoro, possano contribuire al proprio sviluppo personale e a quello aziendale.

In questa prospettiva è suscettibile d’analisi l’inclusione del rischio climatico nella programmazione/pianificazione delle piccole e medie imprese quale scelta strategico-organizzativa e possibilità progettuale da parte dell’impresa, sia essa profit, no profit o pubblica amministrazione. Il WP si pone l’obiettivo di individuare gli elementi caratterizzanti e generalizzabili di un percorso formativo atto all’inclusione del rischio climatico nelle scelte di programmazione/pianificazione delle PMI, con particolare attenzione al ruolo generativo delle risorse umane nelle aziende
 

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